I miei progetti
Sulla cattiva strada
romanzo
In questo romanzo, che si ispira alla realtà ma poi vive di una mia rielaborazione, racconto trent'anni della città di Genova ma soprattutto le vite di una banda di caruggiai che sembrano destinate a non poter andar via, a non poter dimenticare chi sono e da dove vengono.
È il racconto del passaggio di testimone da una generazione di genovesi a un’altra. È una storia corale che racconta di Tedesco e dei suoi fratelli di strada che nei vicoli ci sono nati e ci tornano, dopo il collegio, dopo il carcere perché nei vicoli c'è la libertà, c'è l'amore, c'è anche la poesia, a saperla cogliere.
Il romanzo nasce dall’esperienza del documentario Liberi a meta(‘) che ho scritto e realizzato con il regista Gughi Fassino nella casa circondariale di Torino.
”Sulla cattiva strada” ha vinto il Premio Alvaro Bigiaretti 2022 Giuria Studenti.
nottetempo edizioni.
6Bianca
serie teatrale
Sei episodi, otto personaggi, una città: Torino. Per la prima volta, dalle esperienze sperimentali di Spregelburd, un Teatro Stabile raccoglie questa sfida artistica e produttiva. Cosa si cela nelle trame di una famiglia? Dietro la faccia di una società dove la corruzione scorre sotto una patina sempre brillante. Come facciamo i conti con la vergogna e il senso di colpa per i compromessi che abbiamo deciso di accettare per avere successo? E se le cose andassero diversamente? Se avessimo il coraggio di dire la verità? Di essere tutto e solo quello che siamo? Saremmo Bianca…
Ho ideato la serie con Stephen Amidon, Riccardo Angelini, Filippo Losito e Francesca Manfredi e ne ho scritto l’ultimo episodio.
Teatro Stabile di Torino.
Liberi a meta (')
documentario
Protagonista è La Drôla, prima squadra di rugby interamente formata da detenuti, nata dalla volontà dell’ex azzurro Walter Rista e allenata da suo figlio Stefano, che ha partecipato a un campionato ufficiale, serie C3. È stata un’esperienza professionale e umana senza pari. Era la prima volta che entravo in un carcere. Ho ascoltato tutte le storie, tutte le vite. Io e Gughi abbiamo provato a raccontare in 52’ un mondo così complesso che ci ha cambiato lo sguardo per sempre. Abbiamo trascorso mesi nel blocco sportivo della casa circondariale Lorusso e Cutugno di Torino, tornando a casa solo la sera. Abbiamo mangiato con la squadra, l’abbiamo ripresa negli allenamenti, abbiamo tifato nelle partite. Abbiamo scritto il film al montaggio, come accade con i documentari. È stata l’occasione di tornare dopo un po’ di tempo su un’esperienza incredibile e ragionare su come costruirla per chi lì non c’era stato. Io e Gughi siamo diventati e rimasti amici con alcuni di loro. A uno ho dedicato il mio romanzo.
May
cortometraggio
May è una ragazza che cerca innanzitutto un posto nel mondo per sé e il suo ingombrante bagaglio di cui non vedremo mai il contenuto. Ognuno è libero di immaginarlo. E vorrebbe anche realizzare il suo sogno di essere un’artista, una ballerina, nonostante il mondo attorno a lei sia freddo, scostante. Ambientato all’inizio del 900, il film è un omaggio a Chaplin, al cinema muto ed è stato girato interamente a Torino.
Scritto da me, diretto da Andrea Tomaselli, interpretato dai Maniaci D’amore, Renato Cravero, Loretta Graglia.
In concorso al TFF, Spazio Italia, 2009.
La tenda dorata dell’estate
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Da qui all’eternità
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Niente case ma i tuoi occhi
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La stanza 115
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